Parto naturale, la nascita di Uma Racconti del Parto #1


La mia amica Paola, mi ha inviato questo racconto.
Ho assistito mia figlia quando ha dato alla luce la sua bambina. Ha avuto la fortuna di partorire nella stanza del parto naturale, e di essere assistita da un equipe di sole donne. L’unico uomo era il padre della bimba. Ha partorito sfruttando la forza di gravità, sostenuta da me e seduta su un apposito sgabello, mentre le dottoresse la guidavano e la istruivano su come doveva spingere e respirare.
Mentre la testina stava uscendo, mia figlia ha avuto un attimo di panico. L’ostetrica, con molta dolcezza l’ha incoraggiata dicendole: "Su, dona questo frutto a Madre Terra." Così, la bimba è nata.
Ricordo ancora quel bel musino dolce e rilassato,nonostante lo sforzo della nascita.
Accolta dalle mani premurose delle ostetriche e messa, poi, sulla pancia della sua mamma per essere riempita di baci amorevoli. Ha emesso un leggero vagito e non ha pianto!
Io, invece ho dato alla luce mia figlia in un orribile ospedale di Roma, sembrava una macelleria.
Quella notte eravamo in sei a partorire e, per accelerare i tempi, mi hanno messo la flebo, così, in brevissimo tempo mi sono accelerate le contrazioni e le spinte sono arrivate come un uragano.
Ero sola... l’unico pensiero: "Come può un evento così naturale essere tanto doloroso?"
Mi hanno messo sul lettino da parto, stesa, con le luci puntate negli occhi. Ero assistita da due medici e due infermiere che, nel frattempo, parlavano dei fatti loro. Quando è uscita mia figlia è stata subito portata via per essere lavata e vestita e l’hanno riportata dopo poco. Aveva gli occhi spalancati, smarriti, impauriti.
"Ma dove sono capitata? Aiuto!" sembrava dire. Me la tenevo stretta a me mentre quei ‘dottori’ mi riempivano di punti... una vera macelleria.
Come può un evento tanto naturale essere tanto doloroso?
Oggi chi vuole partorire in casa con adeguata assistenza o in ospedali con stanze apposite può farlo ed evitare un parto traumatico come il mio.

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